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Attivo provinciale, la Cgil rilancia le proposte per affrontare la crisi

25 Novembre 2011
Il nuovo governo riparta dal lavoro e dalla crescita

Un Paese devastato, economicamente e moralmente, alla canna del gas quanto a stato sociale, sanità, occupazione giovanile, accesso al credito, diritto allo studio, investimenti in innovazione e ricerca, avanzamento della precarietà, piaga della corruzione, prospettive previdenziali delle future generazioni: come rispondere all’emergenza, facendo presto, come l’Europa e il mondo globale ci chiedono?

 

Su questi temi si è confrontato stamattina l’Attivo provinciale di tutti i delegati e attivisti pensionati della Cgil, riunitosi nella sala Righi della Tep per riprendere il filo della riflessione sull’attualità politico-sindacale e sulle gravi preoccupazioni relative alla crisi economica, con riferimento sia al fronte nazionale che all’ambito locale, nel mutato quadro del governo Monti.

 

Numerosi gli argomenti sul tappeto, dalla soddisfazione per la fine del governo Berlusconi all’attesa sulle decisioni di merito del nuovo esecutivo rispetto all’agenda imposta dall’Europa (pensioni, riforma del mercato del lavoro, rilancio economico e politica industriale, riforma fiscale, ecc…), rispetto alle quali la Cgil ha ribadito l’intenzione di non staccare assegni in bianco pur vedendo di buon auspicio l’annunciata intenzione di riprendere il confronto con le parti sociali. Ma gli interventi dei diversi delegati e funzionari, davanti ad una folta platea, hanno riguardato anche le emergenze locali, dal risanamento del Comune di Parma alle principali vertenze aziendali, dalle Boschi a Banca Monte, passando per le gravi difficoltà che stanno attraversando sempre più le piccole e piccolissime aziende artigiane pressoché in tutti i comparti.

 

L’assise ha poi voluto approvare, all’unanimità, quattro ordini del giorno, su altrettante questioni “calde”: il primo per ricordare che oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale contro la violenza alle donne, fenomeno che non vede attenuazione e che al contrario richiede uno sforzo e un salto culturale che conduca finalmente a politiche di tutela e valorizzazione delle donne in tutti i contesti, da quello familiare a quello lavorativo. Altri due ordini del giorno hanno interessato gli appalti truccati in Stt e le vertenze Boschi Food & Beverage e Banca Monte Parma. Infine un documento di solidarietà all’ANPI e di condanna degli episodi che nei giorni scorsi hanno riportato alla ribalta Casapound e il suo discutibile revisionismo della Resistenza e delle lotte di liberazione partigiane.

 

A chiudere l’Attivo, l’intervento conclusivo di Enrico Panini, segretario organizzativo della Cgil nazionale, che ha chiarito, rispetto alle polemiche nate intorno alla posizione della Cgil sul neonato governo Monti, che “noi di passi indietro rispetto alle politiche che abbiamo finora sostenuto non ne facciamo neanche uno. Non ci sfugge la differenza che c’è tra il governo Berlusconi e il governo Monti, ma proprio perché le nostre posizioni si sono sempre basate sul merito, non ci può essere una fiducia a priori. Per questo non abbiamo sottoscritto l’appello siglato dagli atri sindacati e da Confindustria: la nostra autonomia ci impone di non fimare cambiali in bianco a nessuno”.

 

“Quello di cui abbiamo oggi la necessità – ha proseguito Panini – è non di fare l’elenco della spesa ma dire a questo governo quali sono le tre-quattro priorità su cui ci aspettiamo che si prendano provvedimenti immediati, sapendo che, a differenza del precedente governo, questo nuovo esecutivo ci chiamerà al tavolo del confronto e che, fuori da sterili posizioni pregiudiziali, si potrà ragionare sul merito, riservandoci anche, come è naturale, di dire dei no. E quali sono le questioni che intenderemmo affrontare fin da subito? Innanzi tutto gli interventi sul fisco, a partire dalla patrimoniale, che deve essere una tassa ordinaria e vasta. Parlando di ICI bisogna poi chiarire che non può essere sostitutiva della patrimoniale, ma che si richiede di affrontare il tema delle esenzioni, tenendo presente che l’ICI sulla prima casa interessa per la stragrande maggioranza lavoratori dipendenti e pensionati, non certo le grandi rendite. Il terzo aspetto è quello che riguarda la delega fiscale e assistenziale, su cui va detto chiaramente che la pressione fiscale deve essere allentata sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. Questo aspetto è strettamente connesso al contrasto dell’evasione fiscale, rispetto alla quale si impone che anche gli enti locali, Comuni in primis, si attivino fattivamente con politiche ad hoc”.

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