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«Assemblea dei 500: ovvero, “della finta democrazia”»

30 Settembre 2013
Nota stampa di Massimo Bussandri, segr. gen. CGIL Parma

“Passato il fervore mediatico dell'evento, ci piacerebbe che qualcuno rispondesse a una semplice domanda: cosa c'entra la Democrazia (concetto nobile e alto, da scrivere con l'iniziale maiuscola) con l'assemblea dei 500? Ovvero con un'assise di 500 cittadini (lo 0,26% dei cittadini parmigiani), parte autoconvocati e parte estratti a sorte, chiamati a esercitarsi sui temi di governo di questa città?

L'idea di democrazia (con l'iniziale minuscola) che sottende all'iniziativa è un'idea di finta democrazia diretta, in cui un numero esiguo di persone dovrebbe elaborare proposte senza strumenti conoscitivi a disposizione e senza filtri di rappresentanza che certifichino gli interessi di cui sono portatrici. Una democrazia diretta in cui le scelte rischiano dunque di essere orientate da chi ha più mezzi, strumenti, potere. O che nella migliore delle ipotesi può solo fungere da supporto a decisioni già sostanzialmente elaborate da tecnocrazie amministrative.

Questa Amministrazione, anziché inscenare “spottoni” costosi e inutili come questo, dovrebbe invece convincersi una volta per tutte che la Democrazia è fatta anche e soprattutto di rappresentanza, e che questo è comunque il modello che ci consegna la Costituzione figlia della Resistenza.

Ha la fortuna di disporre di una rete diffusissima di associazioni e organizzazioni nelle quali operano e dibattono migliaia di cittadini (non per legge dello Stato, ma sulla base di adesioni volontarie) e che spesso hanno conseguito risultati importantissimi a beneficio del progresso economico, civile, culturale di questa città. Impari a convocarle e ad ascoltarle sui temi di loro pertinenza, ciò che avrebbe il valore di cento “assemblee dei 500”.

Altrimenti l'unico modello di democrazia che finirà col perseguire sarà quello delle “adunate oceaniche”.

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