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Asp “Ad Personam”, a che punto è la riorganizzazione?

27 Gennaio 2010
I sindacati pensionati di Cgil e Cisl si interrogano sul futuro del progetto presentato dal Comune di Parma

Dopo le notizie degli ultimi giorni, i sindacati pensionati SPI CGIL e FNP CISL si stanno interrogando sul futuro dell’ASP “Ad Personam”, futuro che appare sempre più nebuloso e incerto a partire dalle dimissioni del presidente dott. Arduini in questo delicato momento di riorganizzazione.

A tale proposito, preoccupa soprattutto la carenza dei fondi preventivati, che si preannuncia a causa della mancanza di acquirenti interessati al patrimonio messo in vendita. Senza fondi – chiedono i sindacati pensionati - come andrà avanti il “progetto di svuotamento dell’Asp”?

I sindacati pensionati hanno sempre manifestato contrarietà ad un piano di privatizzazione complessiva trentennale, e per certi versi squilibrata, dei servizi agli anziani e hanno sempre denunciato le condizioni di disagio a cui sono sottoposti gli anziani ospiti di strutture che per molti aspetti non riescono più ad essere luoghi adeguati ai bisogni degli anziani non autosufficienti.

Sarebbe necessario, secondo SPI e FNP, rivedere l’intero progetto per rilanciare l’azienda pubblica mediante una gestione dei posti di casa protetta, il vero core business dell’ASP, valorizzando esperienze e competenze del personale dipendente e magari individuando una figura responsabile delle attività socio-sanitarie, che sappia portare qualità aggiuntiva nell’assistenza, nonché ricercando anche nuove sinergie con l’Azienda Sanitaria.

Nessuno, dicono i sindacati di categoria, è pregiudizialmente contrario alle collaborazioni con i soggetti privati, così come le Delibere Regionali sull’accreditamento prospettano; tuttavia sarebbe necessario un approccio più equilibrato, che porti ad un progetto condiviso con le parti sociali e che non si basi unicamente sulla svendita del patrimonio per recuperare 35 milioni di euro da reinvestire a favore di un partner privato.

Sembra inevitabile che, in una simile situazione di crescente incertezza, a pagare il prezzo di scelte poco lungimiranti debbano essere ancora una volta gli anziani e le loro famiglie, che attendono da anni che vengano attuati i progetti di miglioramento e ristrutturazione già previsti e mai realizzati.

I sindacati pensionati rimangono in attesa di riaprire il tavolo di trattativa con il socio di maggioranza dell’ASP, il Comune di Parma.

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