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Arresti "public money", la corruzione si conferma sistema di gestione della cosa pubblica

16 Gennaio 2013
Ora si attendono le dimissioni di Villani e Buzzi

Nessuna sorpresa per la notizia degli ultimi eccellenti arresti che stamattina all’alba hanno bruscamente svegliato alcuni dei protagonisti dello sfavillante castello di carte della passata amministrazione ducale. Pochi dubbi anche sul fatto che l’inchiesta della Guardia di Finanza, che oggi ha messo le manette a personalità come l’ex sindaco Vignali, l’ex coordinatore provinciale Pdl Villani, l’ex presidente di Stt Costa e l’editore di Polis Quotidiano Buzzi (ma che conta 17 indagati), possa riservare nuovi colpi di scena.

 

Nessuna sorpresa quantomeno per la CGIL di Parma, che per anni ha additato il sistema di gestione della cosa pubblica in salsa locale, segnalandone la scarsa trasparenza e la contiguità con apparati di potere che poco si curavano dei bisogni dei cittadini, utilizzando le risorse pubbliche a fini personali.

 

Ora siamo – si spera – agli ultimi colpi di coda della Parma del malaffare e di una vicenda, o meglio di un intreccio di vicende, che hanno messo in luce quanto sia facile per amministratori e dirigenti pubblici dalla dubbia moralità avere una “condotta fraudolenta finalizzata ad accumulare ingenti ricchezze da destinare ad usi strettamente privati”, compreso il finanziamento di campagne elettorali, il condizionamento attraverso i social media e il controllo della stampa locale della popolazione parmense, assunzioni pilotate di parenti e amici e chissà cos’altro. Il tutto silenziando il più possibile le voci fuori dal coro, come i sindacati, che anche quando fortemente rappresentativi, come la stressa CGIL, venivano regolarmente esclusi da ogni confronto di merito sulle questioni che riguardavano i bilanci e in generale l’utilizzo delle risorse comunali.

 

Questo nuovo filone di inchiesta contribuisce a fare luce sui punti rimasti oscuri in questa vicenda, sollevando definitivamente il velo su quella politica di centro-destra, scandalosamente disinvolta e irresponsabile, che ha condizionato Parma per troppi anni con la sua disonestà e arroganza. Un’arroganza che non è mai venuta meno, a giudicare dalle recenti lezioncine impartite dall’ex sindaco Vignali sulla bontà e assennatezza della sua Giunta.

A questo punto non resta che confidare nell’esito del percorso giudiziario, auspicando che tutti i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Parma e i suoi cittadini meritano di ritrovare la credibilità e la dignità perdute, un compito che spetta anche alla attuale Giunta Pizzarotti, la quale male non farebbe ad esprimere nei fatti oltre che nelle parole una reale, forte, incontrovertibile discontinuità con quella che l’ha preceduta.

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