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Ampliamento via Burla, la FP esprime forte preoccupazione

8 Ottobre 2009
Dovrà essere accompagnato da incrementi di personale di polizia penitenziaria, educatori, personale sanitario ed altre figure. Se ciò non avverrà, aumenteranno i gravi problemi già oggi presenti

Gli istituti penitenziari della Regione Emilia-Romagna ospiteranno 1150 detenuti in più, parte dei quali saranno ristretti a Parma. Questo è quanto emerge da un’interrogazione parlamentare. Questo incremento porterà la popolazione detenuta a Parma a raggiungere quota 800, mentre prima dell’indulto erano presenti 650 persone.

 

La FP CGIL ha già espresso la propria preoccupazione circa l’ampliamento di via Burla, se non sarà accompagnato da incrementi di personale di polizia penitenziaria, educatori, personale sanitario ed altre figure. Se ciò non avverrà, aumenteranno i gravi problemi già oggi presenti e vi sarà da temere su ciò che potrà accadere.

 

“È evidente – spiega Donato Coltelli, segretario Fp Cgil provinciale - che l’integrazione di questo personale consentirebbe di ospitare nelle nuove strutture nel modo migliore i detenuti e nel contempo offrire condizioni di lavoro migliori per il personale. Senza quegli interventi crediamo che l’ampliamento accrescerà i problemi della struttura”.

 

“Da questo – aggiunge Coltelli - discende la nostra preoccupazione ed è per questo che la FP Cgil ha sottolineato in più di una circostanza l’opportunità di affrontare il problema carcere, non solo dal punto di vista dell’edilizia penitenziaria, ma soprattutto dal punto di vista ordinamentale. In pratica riteniamo che un ricorso maggiore alle pene alternative, per esempio, consenta di risolvere il problema sovraffollamento, ma soprattutto aiuti, a nostro parere, ad incrementare il livello di sicurezza interno ed esterno. A sostegno di ciò è opportuno evidenziare che laddove si è fatto ricorso a quelle misure, minore è stata la recidiva rispetto a coloro che invece estinguono la pena negli istituti”.

 

La Fp Cgil ribadisce quindi forte preoccupazione circa l’apertura di nuovi padiglioni, salvo che essi non siano accompagnati da interventi strutturali che consentano la piena applicazione di quei principi costituzionali finalizzati al reinserimento del reo. Preoccupa, inoltre, l’aspetto concernente la nuova riorganizzazione della sanità all’interno della struttura.

 

La categoria auspica a che queste argomentazioni possano essere utili per un dibattito anche nella nostra città, dove è presente un istituto penitenziario complesso e che merita notevole attenzione.

 

“Per quanto attiene le problematiche del presente – conclude Coltelli - sarebbe, opportuno che il personale del GOM possa essere impiegato all’interno della struttura, al fine di attenuare le gravi criticità più volte denunciate”.

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