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Aggressioni in carcere: domande in attesa di risposte

5 Maggio 2009
Dopo l'ennesima aggressione a un lavoratore, la Fp si interroga sul futuro del settore

Nei giorni scorsi si è verificata l’ennesima aggressione nei confronti di un lavoratore all’interno di un istituto penitenziario a Parma, al quale la FP Cgil esprime la propria vicinanza per la vicenda in cui è stato coinvolto.

 

Ma tale vicenda, come spiega Donato Coltelli, segretario della Fp Cgil provinciale “evidenzia ancora una volta la grave situazione delle carceri italiane. Infatti, la popolazione detenuta cresce a ritmi vertiginosi. Nel 2009 si rischia di toccare quota 70.000 detenuti, 10.000 in più rispetto alla popolazione detenuta pre-indulto. Parma ospita oggi 450 tra condannati e imputati, con due reparti chiusi per ristrutturazione, con l’apertura dei quali si supererà quota 600. Ne consegue che le aggressioni sono direttamente proporzionali alla crescita dei detenuti”.

 

La carenza di poliziotti penitenziari a Parma è vicina a quota 200, mentre mancano 6 educatori sui 9 previsti. Questi sono i dati drammatici sotto gli occhi di tutti.

 

“Ciò che preoccupa, però, - aggiunge Coltelli - oltre alle numerose aggressioni che avvengono quotidianamente e che la Fp Cgil non si stanca di denunciare, ma contro le quali non si riscontrano provvedimenti efficaci, è l’interrogativo su ciò che potrebbe accadere domani, e che porta con sé alcune domande”.

 

Ad esempio, “perché oggi, a distanza di anni, il personale del G.O.M. non è ancora presente per la vigilanza dei soggetti sottoposti a regime speciale di cui all’art. 41 bis L.P.? La presenza di questo personale sarebbe una boccata di ossigeno in una realtà fortemente carente di operatori”.

 

Inoltre la categoria si chiede cosa accadrà con l’introduzione del reato di clandestinità? Aumenterà ancor di più la popolazione detenuta? E come si affronterà questa emergenza, con la semplice costruzione di nuovi padiglioni? Il PRAP ha annunciato 45 milioni di euro per l’edilizia penitenziaria. Ci sarà anche il personale in numero adeguato?

 

Il D.D.L. 623 in discussione al Senato prevede la restrizione e l’abrogazione di alcune norme incluse nell’Ordinamento Penitenziario. È opportuno segnalare che molte norme in passato hanno avuto il merito di attenuare le tensioni all’interno degli istituti ed in più risulta che solo quattro detenuti su mille, che fruiscono di misure alternative, commettono reati. Bisogna operare per forza su questo fronte?

 

“Se oggi – conclude Coltelli - accadono fatti gravissimi come le aggressioni che colpiscono gli operatori che quotidianamente assicurano la vigilanza negli istituti con grande spirito di abnegazione, quali misure saranno adottate per contrastare questo fenomeno e cosa accadrà domani con più detenuti, maggiori reparti da vigilare, senza un adeguato numero di operatori e con la restrizione di benefici legge?”.

 

Queste sono solo alcune delle domande in attesa di risposte.

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