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“Accordo Mirafiori: una svolta regressiva”

28 Dicembre 2010
Nota stampa di Patrizia Maestri, segretaria generale Cgil Parma

“Con l’accordo siglato nei giorni scorsi sullo stabilimento Fiat di Mirafiori si assesta un nuovo colpo al sistema dei diritti e delle tutele nei luoghi di lavoro, proseguendo quella strategia di smantellamento dei presidi democratici e di libera rappresentanza per i quali sono nati e si sono sviluppati nel secolo scorso i movimenti sindacali.

Non possiamo che essere fortemente preoccupati, oltre che indignati, per questa deriva, con cui ancora una volta si avalla l’idea che per favorire lo sviluppo e le opportunità di investimento delle imprese si debbano ridurre diritti faticosamente conquistati dai lavoratori.

Non possiamo che essere allarmati dall’arroganza con cui la Fiat, attraverso il suo amministratore delegato Marchionne, prosegue nel suo disegno di destrutturazione e depotenziamento del contratto collettivo, andando avanti per la sua strada nonostante la disponibilità dichiarata dalla stessa Fiom Cgil di trattare sull’organizzazione e i turni di lavoro.

Tuttavia, non possiamo nasconderci che in tutto questo schema, l’aspetto certamente più antidemocratico – e per questo più pericoloso – è la volontà di perseverare sulla linea dell’esclusione da un accordo significativo come questo di un sindacato confederale tra i più rappresentativi quale è la Fiom.

Peggio, non solo si firma serenamente un accordo che danneggerà i lavoratori con condizioni di minor favore rispetto al passato (su malattia, pausa e scioperi), ma si cancella di fatto la libertà sindacale perché solo chi si riconosce tra i sindacati firmatari dell’accordo stesso avrà diritto ad una rappresentanza all’interno dell’azienda.

Questo è sicuramente il precedente più grave, che si unisce ai timori circa la linea che Confindustria ha in mente di adottare per il futuro. E anche per quanto riguarda il nostro territorio ci si chiede quale modello di relazioni sindacali intenda applicare l’Unione Parmense Industriali e quale comportamento vorranno tenere Cisl e Uil a questo proposito.

Un’ultima nota di biasimo non può essere risparmiata al Governo che, invece di esercitare il proprio ruolo di mediazione e garanzia tra tutte le parti sociali, ha deciso di accompagnare e sostanziare questi processi regressivi schierandosi dalla parte del più forte.

Questa vicenda ci racconta una volta di più come la mortificazione della democrazia sindacale e della partecipazione dei lavoratori rappresenti il disegno preciso e deliberato di chi governa il Paese e l’economia”.

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