Beni culturali: lavoratori in assemblea in piazzale della Pace contro la deriva del settore
I dipendenti del Ministero dei Beni Culturali di Parma scendono in
piazza con i sindacati unitari di categoria per rivendicare ancora una volta
l'esigenza di attuare finalmente politiche e strategie che permettano la piena
valorizzazione dell'enorme patrimonio culturale del nostro Paese. Se a livello
nazionale sono noti i problemi che affliggono ormai da decenni musei,
biblioteche storiche, aree archeologiche, monumenti, anche la situazione locale
presenta problemi molto gravi che lavoratori e organizzazioni sindacali
intendono portare a conoscenza di tutta la cittadinanza.
La grave carenza di personale che affligge la Soprintendenza ai Beni
Artistici, per esempio, impedisce l'apertura di tutta la Galleria Nazionale per
l’intera settimana; molte sale sono perennemente chiuse e al pomeriggio non si
riesce ad aprire la Camera di San Paolo con il capolavoro del Correggio, mentre
solo un terzo della Galleria Nazionale risulta accessibile, grazie all'impegno
straordinario del personale di custodia. Nei prossimi mesi estivi la situazione
peggiorerà ancora. È evidente che questo è un problema che affligge anche gli
altri istituti della nostra provincia, si pensi al Museo Archeologico, al
castello di Torrechiara, o all'Archivio di Stato e alla Biblioteca Palatina.
I continui tagli alle spese rendono difficili le fondamentali attività
di controllo del territorio, catalogazione, ricerca, aggiornamento e apertura
al pubblico nei giorni festivi; d'altra parte aumentano i tentativi di
esternalizzare i servizi e si moltiplicano sia le consulenze esterne, sia la
creazione di Direzioni Generali inutili (con conseguenti stipendi stratosferici
per i ruoli dirigenziali). La situazione di grave carenza di personale, diffusa
su tutto il territorio nazionale e aggravata dagli improvvidi tagli della
spending review, dovrebbe aprire a nuove possibilità occupazionali: bisogna
assumere giovani lavoratori, e non saturare le carenze attraverso lo
sfruttamento di lavoratori sottopagati e senza contratto.
La burocratizzazione crescente delle pratiche amministrative rende
sempre più complicata ogni azione tesa alla valorizzazione, mentre da 8 mesi i
dipendenti non ricevono parte del loro stipendio, a causa di meccanismi
infernali di verifica e controllo a tutti i livelli da parte non solo del
livello centrale, ma pure di altri ministeri, creando un labirinto inestricabile
di note, circolari, osservazioni contraddittorie. I risultati sono la
disorganizzazione, il taglio del personale necessario anche all'ordinaria
amministrazione, tagli di stipendio reali, con il contratto fermo dal 2010.
Quello che dovrebbe essere il settore trainante dell'economia nazionale,
complementare al turismo e all'economia della conoscenza, resta così senza una
vera guida, i dipendenti sono demotivati, si innesca una spirale recessiva che
non potremmo permetterci in una fase espansiva, figuriamoci in mezzo a una
crisi così pericolosa. Quello che non si vorrebbe è che il taglio delle
risorse, il ritardo nei pagamenti, il mancato ricambio generazionale, conducano
“per inerzia” il patrimonio pubblico nelle mani dei privati, “gli unici che possano
gestirlo”: le politiche per i beni culturali possono innescare sviluppo
dell'economia del Paese e vanno rimesse al centro dell'agenda pubblica.
Ciò che invece va assicurato è il pagamento del salario accessorio con
regolarità; il ripristino dell'efficacia e della funzionalità del Contratto
Collettivo Integrativo di Amministrazione e delle prerogative negoziali delle
OO.SS.; l'integrazione nel FUA delle somme variabili derivanti dai risparmi di
gestione; il rispetto della scadenze previste per la realizzazione degli
accordi di riqualificazione; la deroga dei tagli degli organici e la ripresa
delle politiche occupazionali sia tramite l'assorbimento delle attuale
graduatorie degli idonei esterni e l'indizione di nuovi concorsi pubblici in
deroga al blocco del turn over che attraverso l'ampliamento dei posti disponibili
ai passaggi tra le aree per il personale interno e la stabilizzazione dei
personale comandato presso il MIBAC; la ripresa degli investimenti pubblici per
il Ministero dei Beni Culturali; il pieno stanziamento dei progetti di
innovazione tecnologica aventi valenza strategica per i processi di
riorganizzazione dei servizi.
È di queste ore l'annuncio del ministro Bray per lo sblocco dei
pagamenti del salario accessorio dei dipendenti fermo da ottobre 2012, e di un
prossimo incontro con le organizzazioni sindacali: un primo risultato di questa
vertenza nazionale e delle mobilitazioni partite dal Colosseo. Una vertenza che
interessa i cittadini e che mobilita i lavoratori, puntando l'attenzione sui
nostri siti museali, chiusi una mattina per non chiuderli per sempre.
Per questi motivi i lavoratori dei Beni Culturali di Parma saranno
impegnati, il prossimo venerdì 28 giugno,
dalle ore 11.00 alle 12.30, in un’assemblea in piazzale della Pace per la
difesa del patrimonio dei Beni Culturali costituzionalmente riconosciuto.