Due giorni di lavori per tracciare la rotta sui temi cardine dell'azione sindacale per il prossimo quadriennio
La CGIL di Parma si appresta a celebrare il suo XIX Congresso provinciale, in agenda per il 24 e 25 ottobre prossimi all'Hotel Parma & Congressi. Un'assise, quella territoriale, che - così come quelle regionale e nazionale che seguiranno nelle prossime settimane -, si colloca in un contesto complicato sul piano politico e sociale. Come spiega il segretario generale uscente, Massimo Bussandri «stiamo attraversando una fase storica in cui la classe politica complessivamente intesa stenta a comprendere la situazione di difficoltà di tante fasce di lavoratori e pensionati. Gli strascichi della crisi del 2008 sono ancora tangibili, le diseguaglianze sono cresciute a dismisura, il lavoro è stato svalorizzato da “controriforme” dannose e nessuno, né al Governo né all’opposizione, si è davvero intestato la battaglia su questi problemi».
«In questo quadro, l’affermarsi del populismo, in Italia come nel resto d'Europa, sta dando in pasto ai lavoratori in difficoltà una narrazione fuorviante delle cause alla base dei loro problemi, individuando quali "colpevoli" l’Europa e gli stranieri. Il compito di un Congresso è quello di impostare un progetto politico-sindacale che miri a ridurre le disuguaglianze, redistribuire reddito e ridare dignità e diritti a lavoratori e pensionati, mettendo il lavoro al centro del modello di sviluppo".
Due sono stati i documenti oggetto della discussione. Quello minoritario, “Riconquistiamo tutto!” rivendica una posizione apertamente antagonista. Quello maggioritario “Il lavoro è” ha tra i suoi punti prioritari uguaglianza, sviluppo, diritti di cittadinanza, solidarietà e democrazia. Ovviamente vi sono anche alcuni temi caldi che dovranno essere affrontati e discussi. Europa, lavoro e riforme, legalità, senza dimenticare l'imprescindibile (visti i pericolosi rigurgiti passatisti che l'attualità ci propone) riaffermazione dei valori antifascisti, antirazzisti e antisessisti, incardinati statutariamente nel documento fondativo della CGIL.
Uno dei temi che verranno ribaditi come centrali è appunto quello della confederalità: molti oggi vorrebbero che il sindacato avesse una funzione limitata, occupandosi di micro-vertenze aziendali e di consulenza spicciola ai lavoratori, senza proporsi con una strategia globale e una sua visione di società. Ma la CGIL non intende arrendersi ad un ruolo minimalista. Un sindacato moderno deve sapere star dentro a tutti i grandi temi che agitano la società, l’economia e il mondo del lavoro. In tale contesto assumerà grande importanza il dibattito sulla nuova rivoluzione tecnologica e digitale, e sugli effetti che avrà sui lavoratori e il loro ruolo. Un tema a cui non a caso sarà riservato uno spazio ad hoc nella due giorni congressuale, con una tavola rotonda, in agenda per il pomeriggio del 24 ottobre, alle ore 17, dal titolo: "La rivoluzione 4.0 tra rischi occupazionali e nuove frontiere del lavoro".
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