La Federconsumatori di Parma invita alla mobilitazione contro il carovita
L’iniziativa ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sull’emergenza prezzi soprattutto per i generi alimentari e i prodotti energetici. Beni primari e insostituibili, che rappresentano la spesa più considerevole per le famiglie italiane, e che drenano risorse, comprimendo così tutti gli altri settori commerciali e produttivi, con grave danno per l’economia dell’intero Paese. Rispetto allo scorso anno un chilo di pane costa il 16% in più, un chilo di pasta il 26%. Un litro di gasolio si paga quasi il 20% in più del 2007, uno di benzina il 10%. E dal 2001 ad oggi, i prezzi sono letteralmente raddoppiati. Un saccheggio nelle tasche dei consumatori, vittime di rincari folli e speculativi.
Lo 'Sciopero della Pagnotta' deve vedere tutti gli italiani assieme, per chiedere al Governo e ai commercianti di cambiare registro. Le associazioni nazionali dei consumatori rinnovano la richiesta di un incontro con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per valutare la necessaria realizzazione di interventi congiunturali e strutturali nei diversi settori dell’economia e interventi mirati sui carichi fiscali, soprattutto di prodotti e servizi energetici.
Si chiede immediatamente un provvedimento straordinario di blocco (moratoria) di prezzi e tariffe fino al 30 Giugno 2009. Per ridurre l’effetto devastante del carovita si chiedono inoltre interventi sul rispetto dei tetti di spesa per i libri di testo; una tariffa sociale elettrica e la riduzione dell’IVA sul gas metano; sgravi IVA sui prodotti alimentari sfusi e sui prodotti di imballaggio minimo; obbligo di cartellini che riportino il prezzo di vendita al dettaglio e il prezzo di acquisto all’ingrosso; il rispetto dell’impegno già assunto dal Governo per la riduzione delle accise sui carburanti e che su questi si possa avere per quanto riguarda aumenti e riduzioni la stessa dinamica temporale della variazione del prezzo del petrolio. Sul versante fiscale si chiede un recupero di almeno 300 euro a famiglia a fronte dell’aumento dell’inflazione.