Per il diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia
Sabato 18
maggio i metalmeccanici si mobilitano e scendono in piazza a Roma perché cinque
anni fa con il governo Berlusconi ci avevano detto che la crisi non c'era, era
passeggera, addirittura superata.
Negli ultimi
due anni col governo Monti, visto che la crisi non si poteva più negare, si è
passati a un uso della crisi per legittimare le politiche di austerità in tutta
Europa.
La scelta di
non intervenire sulle cause ha determinato che il 10% della popolazione ha il
50% della ricchezza: i responsabili hanno quindi continuato ad aumentare le
proprie rendite. Inoltre le banche hanno ridotto il credito e investito in
titoli spazzatura e la Confindustria ha puntato sulla cancellazione dei diritti
e la riduzione del salario.
Risultato?
Hanno
cancellato l'articolo 18, derogato ai contratti e alle leggi, tagliato la spesa
sociale, chiuso ospedali e per 9 milioni di persone non è più garantito il
diritto alla salute, chiuso scuole e università, posticipate e ridotte le
pensioni. Hanno addirittura provato a generare una guerra tra inoccupati,
disoccupati e precari, giovani e non, donne e uomini.
L'Italia
continua a essere il paese con la massima evasione fiscale e la minore
tassazione delle rendite finanziarie mentre attraverso le politiche fiscali
hanno continuato a spremere pensionati e lavoratori dipendenti.
I risultati
di questa scelta sono: licenziamenti, aumento delle disuguaglianze sociali,
impoverimento e inaccessibilità al lavoro.
Questa
condizione di solitudine ha addirittura portato persone a togliersi la vita.
Adesso Basta! Non
vogliamo più essere divisi e ricattati, è il momento di cambiare
Il 18, a
Roma, manifestiamo per:
-
riconquistare il diritto del e nel lavoro;
- la
riconversione ecologica del nostro sistema industriale per valorizzare i beni
comuni acqua, aria e terra;
- un piano
straordinario d'investimenti pubblici e privati e il blocco dei licenziamenti
anche attraverso l'incentivazione della riduzione dell'orario con i contratti
di solidarietà e l'estensione della cassa integrazione;
- un
contratto nazionale che tuteli i diritti di tutte le forme di lavoro con una
legge sulla democrazia che faccia sempre votare e decidere i lavoratori;
- un reddito
per una piena cittadinanza di inoccupati, disoccupati e studenti;
- fare in
modo che la scuola, l'università e la sanità siano pubbliche e per tutti;
- combattere
le mafie e la criminalità organizzata che si sono infiltrate sia nella finanza
che nell'economia;
- la
rivalutazione delle pensioni e per un sistema pensionistico che riconosca la
diversità tra i lavori;
- un'Europa
fondata sui diritti sociali e contrattuali, su un sistema fiscale condiviso e
sul diritto di cittadinanza e sulla democrazia delle istituzioni.
Per queste ragioni ci rivolgiamo a tutte le donne, gli uomini,
i giovani, i precari, i disoccupati, i migranti, i pensionati, perché noi
operaie, operai, impiegate e impiegati metalmeccanici, come voi, vogliamo una
democrazia che ci permetta di partecipare e decidere del nostro futuro.