Davanti alla sede della Regione per chiedere un contratto dignitoso e una sanita' pubblica per tutti
L’iniziativa ha la duplice finalità di informare i cittadini sulle conseguenze delle norme approvate ed in via di approvazione e di sollecitare un contratto dignitoso per i lavoratori.
Le conseguenze saranno gravi e pesanti visti i tagli di oltre 7 miliardi di euro alla sanità pubblica. In luglio si è provveduto a revocare il decreto sui livelli essenziali di assistenza (lea), a seguito del quale non saranno più previsti il vaccino per prevenire i tumori alla cervice uterina, le cure odontoiatriche per gli indigenti, l’anestesia epidurale per il parto indolore e esenzioni per 109 malattie gravi. Il decreto revocato fu finanziato lo scorso anno col patto della salute. Inoltre, il governo si preparerebbe a rivedere ad ulteriore ribasso i lea, come denunciato dalle regioni e ciò comporterebbe la privazione per i cittadini di alcuni esami, quali le radiografie e le Tac.
L’iniziativa del 15 ottobre, tuttavia, riguarda anche la questione salariale degli operatori. Il ministro Brunetta col suo contratto “onesto” prevede, in modo unilaterale, un incremento per il 2008 di 8 euro e poco meno di 60 euro per il 2009.
Cifre che umiliano i lavoratori della sanità, dopo le già umilianti esternazioni del ministro dell’estate scorsa.
Pertanto, in difesa della sanità pubblica, contro qualsiasi idea di privatizzazione che non garantirebbe il diritto alla salute a tutti i cittadini italiani, così come accade negli USA, contro le proposte umilianti del ministero della “disfunzione” pubblica, i lavoratori saranno presenti in massa davanti alla sede della regione anche per la difesa del SSN.
La sanità italiana, è bene ricordarlo, è la seconda sanità in fatto di qualità a livello mondiale, nonostante la spesa sia inferiore rispetto ad altri paesi. In Italia si è speso nell’anno 2006 il 6,9% del PIL, in Francia l’8,9%, in Germania 8,1%.