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1° giugno: mobilitazione nazionale lavoratori beni culturali

1 Giugno 2012
L’assemblea degli operatori di Parma lancia l’allarme: "Da diversi mesi non riceviamo parte dello stipendio"

In occasione della giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori dei beni culturali, questa mattina si è svolta, presso il Museo Archeologico di Parma, un’assemblea di tutti i lavoratori del Ministero dei beni Culturali che operano nel territorio, a cui hanno presenziato, vista l’importanza dell’argomento, anche i segretari confederali provinciali di CGIL, Patrizia Maestri, e CISL, Federico Ghillani.

Le lavoratrici e i lavoratori degli istituti culturali statali di Parma hanno voluto richiamare l'attenzione dei cittadini sulla difficile situazione che stanno attraversando, e che li costringerà probabilmente, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, a prendere iniziative che inevitabilmente avranno ripercussioni sulla fruibilità dei beni culturali della città e della provincia. È da diversi mesi infatti che i lavoratori del Ministero dei Beni Culturali non ricevono parte dello stipendio loro dovuto secondo l'ultimo contratto (pari a circa il 20% del salario), contratto del resto bloccato da tre anni.

Inoltre non sono ancora disponibili i fondi per pagare progetti, quali la Settimana della Cultura che si è tenuta ad aprile scorso e che ha visto l'apertura straordinaria anche serale di molti istituti. Il personale ha lavorato, per così dire, "sulla fiducia".

I lavoratori hanno a cuore la difesa e la valorizzazione dell'enorme tesoro costituito dai beni culturali comuni che la Repubblica italiana ci ha affidato in custodia, contrariamente a quanto troppo spesso accade ai livelli superiori, sia politici che amministrativi. Tutti i giorni (e per molti di loro anche la domenica e i giorni festivi) sono impegnati in prima persona a conservare e rendere fruibile la formidabile eredità di monumenti, opere d'arte, libri, spartiti musicali, documenti, sculture, affreschi, miniature che costituiscono il dono inestimabile tramandatoci nei secoli dalle generazioni passate, ognuno dei quali è un elemento indispensabile della cultura umana nella sua particolare variante europea, quella che è arrivata a sancire per tutti gli esseri umani i diritti fondamentali di uguaglianza e dignità.

L'esperienza del terremoto ha posto davanti agli occhi di tutti quanto siano in realtà fragili anche le testimonianze che crediamo più durature: rocche, castelli, chiese, palazzi possono essere distrutte in pochi secondi. Ma anche l'incuria e l'abbandono possono fare altrettanto, solo in tempi più lunghi. E non corrispondere al personale quanto liberamente sottoscritto nei contratti è il modo più facile per far aumentare la disaffezione verso i beni culturali nei soggetti che per primi dovrebbero difenderli.

È stato detto che con “la cultura non si mangia". Probabilmente qualcuno pensava che l'economia italiana potesse facilmente fare a meno dei 50.000 turisti che ogni anno visitano il Teatro Farnese, o dei quasi 60.000 di Torrechiara.

Ai problemi legati al salario vanno aggiunti quelli legati anche alla carenza del personale di vigilanza: solo 30 per la Soprintendenza ai beni artistici, per la vigilanza del Teatro Farnese, la Galleria nazionale, la Camera di San Paolo e la Spezieria di san Giovanni; solo 9 addetti per il castello di Torrechiara e Bobbio; analogo discorso per il Museo archeologico, Archivio di Stato e Biblioteca Palatina.

Una forte carenza si registra anche per le altre professioni, senza le quali la conservazione del patrimonio architettonico, artistico, archeologico, librario e dei documenti non sarebbe possibile.

Pertanto, se nelle settimane e nei mesi a venire si troveranno chiusi gli archivi, i monumenti, i musei o le biblioteche, sarà perché – paradossalmente - per garantire a tutti l'accesso si è costretti a chiudere.

I lavoratori in assemblea hanno voluto lanciare un grido da allarme a tutte le istituzioni locali e statali e non solo, e auspicano che questo grido di allarme sia accolto e si traduca in progetti che garantiscano la fruibilità di luoghi importanti anche in questa provincia.

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