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1 e 2 febbraio, diritti in sicurezza. Due giorni di sciopero nazionale della vigilanza privata per il rinnovo del contratto

31 Gennaio 2019
Proclamato dai sindacati di categoria FILCAMS , FISASCAT e UILTUCS. Prevista nutrita partecipazione da Parma alla manifestazione organizzata a Milano nei pressi della Prefettura dalle ore 10

Sarà sciopero il 1 e 2 febbraio per il settore della vigilanza privata. FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL hanno proclamato due giornate di sciopero a livello nazionale con manifestazioni a Milano (1 febbraio) e Napoli (2 febbraio).

La manifestazione milanese, a cui parteciperà anche la delegazione da Parma, si terrà in forma di presidio nei pressi della Prefettura (corso Monforte) a partire dalle ore 10, mentre a Napoli è previsto un concentramento, sempre alle 10, in Piazza Mancini da cui partirà un corteo che raggiungerà Piazza Matteotti.

L’ultimo incontro per il rinnovo del contratto Vigilanza Privata si è rivelato completamente improduttivo” spiegano i sindacati. “Le Associazioni Datoriali hanno dichiarato di non essere in grado di fornire risposte in merito ai temi all’ordine del giorno benché la richiesta dei sindacati fosse stata inoltrata prima di Natale.”

Rispetto alle questioni specifiche rimaste sospese dopo l’incontro del 20 dicembre, non è pervenuta nessuna risposta in merito agli aspetti del cambio di appalto, con particolare attenzione alla salvaguardia degli elementi salariali. E proprio sul salario le parti rappresentanti i datori di lavoro hanno manifestato un atteggiamento che i sindacati hanno letto come ingiustificatamente dilatorio dei tempi della trattativa avendo dichiarato che “vi è la disponibilità a riconoscere un aumento, a ben determinate condizioni, per un valore che non siamo in grado di determinare”.

Un atteggiamento irriguardoso verso i lavoratori e i sindacati loro rappresentanti, sintomo di fragilità strutturale e scarsa sintonia delle Associazioni datoriali che insistono nel perseguire una politica incurante delle condizioni del settore e dei problemi dei lavoratori, grave anche in virtù del fatto che il precedente contratto è scaduto da oltre tre anni (il 31 dicembre 2015).

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