È di oggi l'ufficializzazione della notizia della scoperta di gravi irregolarità in prosciuttifici della nostra provincia, con relativa denuncia nei confronti dei titolari per sfruttamento di personale extracomunitario irregolare e clandestino. Emergerebbe addirittura una situazione di riduzione in schiavitù, con lavoratori
costretti a pesanti turni di lavoro, retribuiti ben al di sotto dei minimi di legge e alla mercé dei loro caporali che ne gestiscono alloggio e documenti.

La Flai Cgil denuncia da anni questa deriva. L'ultima occasione è stato l'affollato convegno a Langhirano del giugno scorso. La filiera delle carni della nostra provincia infatti è a rischio di destrutturazione con lavori dati in appalto e subappalto al massimo ribasso a soggetti imprenditoriali senza scrupoli che operano senza il rispetto delle leggi in materia di lavoro, di sicurezza sul lavoro e senza applicare i contratti collettivi del nostro territorio.

La proficua collaborazione con gli enti di controllo della nostra provincia sta dando i primi frutti e l'ispezione al “Prosciuttificio Jomi Srl” di Langhirano non è che un esempio. Noi non accettiamo che la nostra provincia diventi crocevia di traffici legati alla somministrazione illecita di manodopera proveniente spesso da altri territori (Cremona, Mantova, Modena, Milano, Napoli, ecc) e rassegnata ad accettare qualsiasi condizione di lavoro per bisogno.

Come sindacato, oltre al costante presidio nei siti produttivi, vogliamo ottenere
strumenti di controllo sempre più efficaci, con l'ausilio delle autorità competenti e ci auguriamo che l'Unione Parmense degli Industriali sia questa volta al nostro fianco per tutelare le aziende sane che operano nel territorio. Il rilancio delle produzioni di qualità passa anche da un lavoro di qualità rispettoso dei contratti collettivi, a partire dall'integrativo Provinciale che dal 1968 garantisce parità di trattamenti e competizione leale tra le imprese.

La Flai Cgil di Parma